Appello ai difensori della opposizione democratica in Turchia
Busra Ersanli è una professoressa dell'Università di Marmara, Istanbul, arrestata e imprigionata il 28 ottobre scorso quando una quindicina di poliziotti fecero irruzione nella sua casa. L'accusa, che ha coinvolto altre 144 persone, è di partecipazione alle attività terroristiche del Partîya Karkerén Kurdîstan (PKK), partito nato negli anni Settanta in difesa dei diritti negati del Popolo kurdo, dichiarato illegale per i metodi da guerriglia utilizzati dai suoi membri.
Quasi tutte le 145 persone arrestate fanno parte non del PKK ma del BDP, Partito per la Pace e la Democrazia, nato per difendere i diritti culturali e politici del Popolo kurdo; sono persone che democraticamente e pacificamente svolgono la loro attività in forme assolutamente legali. Questo partito, di chiara ispirazione socialdemocratica, è all'opposizione con 34 parlamentari eletti nelle votazioni che si sono tenute lo scorso giugno; fa parte della Internazionale Socialista di cui è membro osservatore ed è associato al Partito del Socialismo Europeo.
Conosco Busra Ersanli perché partecipa alle riunioni dell'Internazionale Socialista Donne. L'ultima volta l'ho incontrata al Consiglio che si è svolto ad Atene all'inizio di luglio e l'avrei certamente incontrata a gennaio in Costa Rica, prossima sede del Consiglio dell'Internazionale, se non fosse stata arrestata.
Busra è ben conosciuta nel mondo accademico, lavora da 22 anni presso la stessa università, ha scritto e curato libri, è autrice di numerosi articoli e saggi in turco e inglese. Non è kurda ma l'interesse che le deriva dai suoi studi - storia e politica del Caucaso e dell'Asia centrale -, la sua attenzione ai diritti umani e ai diritti delle donne l'hanno fatta venire in contatto con le donne kurde che lavorano sugli stessi temi. Da lì è nata la loro collaborazione che si è intensificata negli anni, tant'è che si è iscritta al BDP, partito che ha fatto della causa kurda la sua bandiera, attento ai temi del lavoro ed alla partecipazione politica delle donne - un terzo dei suoi parlamentari sono donne -: le passioni di Busra, insieme ai temi ecologici. Il suo impegno ha sempre avuto alcuni punti fermi, tra cui primeggia la costruzione della pace intesa come lavoro per porre fine al confronto/scontro armato tra forze armate turche e PKK, da conseguire con metodi democratici. La sua più recente attività è legata alla redazione della nuova Costituzione turca, essendo stata nominata nella Commissione del BDP cui è stato assegnato questo compito. In tale veste ha ospitato, presso la sede del suo partito, i cinque rappresentanti del governo incaricati di scrivere la nuova Costituzione.
Pochi giorni fa sono stata ad Istanbul sperando di poter visitare Busra; ho presentato la domanda al Ministro della Giustizia del Governo turco per poter entrare in carcere il 17 ottobre; nella stessa data ho ricevuto una comunicazione che mi informava della necessità di una ulteriore verifica da parte del Ministero degli Affari Esteri essendo io cittadina straniera. Mi è arrivata la risposta positiva quando ormai non ero più in Turchia.
Considero comunque prezioso questo assenso che intendo usare più avanti, appena mi sarà possibile tornare a Ista, ma mi auguro che, quando tornerò ad Istanbul a gennaio, quella visita possa diventare inutile per l'avvenuta liberazione di Busra.
E' necessario mantenere viva l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale sulla Turchia e sul caso Busra Ersanli e degli altri arrestati ingiustamente come lei. Vi chiedo di firmare l'appello per la sua liberazione e per quella di altri detenuti colpevoli di difendere in modo pacifico i diritti umani, la democrazia, la libertà di espressione, i diritti del Popolo kurdo.
L'appello si trova sul sito: http://www.ipetitions.com/petition/detentionsinturkey/
Pia Locatelli
Presidente dell'Internazionale Socialista Donne.
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