27 gennaio 2016

I guai di Rajoy dalla giustizia alla formazione del nuovo governo


Il capo del governo spagnolo uscente, il conservatore Mariano Rajoy, ha difeso ancora una volta la sua proposta di grande coalizione con i socialisti e i centristi, ma ha ammesso che il capo del PSOE Pedro Sanchez non vuole parlargli. "La gente ci ha mandato un messaggio: ascoltatevi, parlatevi, arrivate a un accordo" ha detto Rajoy a Telecinco commentando i risultati delle legislative del 20 dicembre, che hanno prodotto un Congresso spezzettato in quattro grandi forze e nelle quali suo Partito popular ha ottenuto solo il 28,7% dei voti. Con il PSOE e Ciudadanos, "ci troviamo sui grandi temi, come l'unità della Spagna, la sovranità nazionale, la lotta contro il terrorismo e credo che potremo fare cose insieme, le grandi riforme di cui la Spagna ha bisogno" ha detto. Rajoy venerdì ha rifiutato l'incarico di governo che gli veniva offerto dal re Felipe VI: l'opposizione del Psoe e della sinistra radicale di Podemos gli garantiva infatti una sconfitta certa. Ma il premier continua a proporre la sua idea di grande coalizione tra destra, socialisti e centristi, per fare muro contro indipendentisti catalani e baschi. Ma dopo un colloquio del 23 dicembre, ha ammesso Rajoy, Sanchez si rifiuta categoricamente di parlargli. "Dopo ho tentato di parlare con Pedro Sanchez" ha detto Rajoy a Telecinco. "L'ha chiamato?" ha chiesto la giornalista che l'intervistava. "Sì, ma non mi ha voluto parlare" ha risposto il capo del governo uscente, che ha ammesso che senza in voti del Psoe non potrà formare un nuovo governo. Oggi Felipe VI ha iniziato un secondo giro di consultazioni tra i leader politici per trovare un candidato alla guida del governo, dopo il no di Rajoy. Il nuovo giro si concluderà martedì, dopo un'importante riunione del direttivo socialista sabato, nel quale il Psoe dovrà decidere se accettare l'offerta di Podemos, pronto a un'alleanza di governo in cambio di alcuni ministeri e della vicepresidenza per il suo leader Pablo Iglesias, una proposta che divide il partito. 
Su Rajoy e il PP però è il moneto di fare i conti con la giustizia. Il recente scandalo sulla corruzione che ha colpito il Partito Popolare spagnolo non impedirà ulteriormente la formazione di un nuovo governo. Lo ha detto il primo ministro uscente Mariano Rajoy al canale televisivo Telecinco, spiegando che "la corruzione ci ha causato gravi danni, ma abbiamo imparato". Diversi membri o ex membri del PP sono tra le 24 persone arrestate ieri in alcune perquisizioni compiute dalla polizia nella regione di Valencia nell'ambito di un'indagine anticorruzione, che coinvolge anche Alfonso Rus, principale dirigente conservatore nella provincia. Si sospetta che avvenissero pagamenti illegali in cambio di contratti per appalti pubblici. "I casi di corruzione devono essere evitati, ma ci sono decisioni importanti da prendere, i negoziati per formare il nuovo governo non devono essere pregiudicati", ha affermato Rajoy. 

11 ottobre 2014

Gestión PP: privatización, propaganda y criminalizar a la víctima

El PP (con la inestimable ayuda del PSOE) está llegando al clímax de la decadencia democrática. Ya ha destruido el estado de bienestar que tantas décadas costó construir, y ahora se conforma con repartir entre sus amigotes el saqueo de esas arcas públicas amparadas hasta ahora por esa frágil democracia.
Las consecuencias de este saqueo ya las estamos pagando: a precio de vidas humanas. Suicidios, asesinatos disfrazados de inacción a la puerta de hospitales, prácticas de diana humana en las fronteras, retirada de tratamientos vitales para crónicos, reinstauración de la ignorancia cristofascista en las escuelas –odio que lleva, otra vez, al suicidio o, incluso, al homicidio–, promoción de la asesina violencia machista, hambre hasta la muerte, desmantelamiento de la asistencia a víctimas, bloqueo e inaccesibilidad de la justicia, destrucción de la dignidad laboral (que nos devuelve a la depresión y el suicidio, de nuevo), encarcelación y tortura de denunciantes convertidos en presos políticos… La entrada del ébola en España no habría sido posible sin esa orgía de trapisondeo que la pandi de compañeros de carrera, oposiciones, familia o negocios nos han montado en este estado transformado en economato de guerra en el que se reparten el botín mientras la carpa arde. Un circo de tres pistas en el que el público muere aplastado por el derrumbe.

28 luglio 2014

Avanti! Il PSOE di Pedro Sanchez sarà la sinistra che cambierà la Spagna



Spagna. Minchia! Bankia

Balzo degli utili per Bankia. L'istituto spagnolo controllato al 60% dal governo iberico ha visto l'utile netto quasi raddoppiarsi a quota 245 milioni di euro nel secondo trimestre 2014, +94% rispetto all'analogo trimestre 2013.
 "La banca è riuscita a ridurre le sofferenze e questo ci permette di prevedere per il futuro una discesa del livello delle provvigioni", ha rimarcato il ceo di Bankia, Jose Sevilla. 


03 giugno 2014

Spagna. Le sorelle di Felipe fuori dalla famiglia reale


Il governo di Mariano Rajoy si è riunito in sessione straordinaria per approvare la norma necessaria per attuare l'abdicazione. 
Il testo è molto breve: informa dell'abdicazione di re Juan Carlos e dichiara che questa sarà effettiva al momento dell'entrata in vigore della presente legge.
L'entrata in vigore comporterà la successione "in forma automatica, secondo l'ordine previsto dalla Costituzione". Il testo molto semplice per permettere la massima adesione del parlamento in tempi brevi. L'approvazione di Camera e Senato appare scontata dato che il partito Popolare al governo e l'opposizione socialista, favorevole alla monarchia, rappresentano il 91% del parlamento. Secondo le ultime previsioni, la proclamazione di Filippo VI come nuovo re di Spagna potrebbe avvenire il 16 o 18 giugno. 
Con l'ascesa di Felipe al trono di Spagna, l'infanta Cristina, protagonista dello scandalo Noos, non farà più parte della Famiglia Reale. Come spiega oggi El Mundo, la legge concede questo status solo al re, sua moglie, i genitori e i discendenti diretti.
Le sorelle Elena e Cristina faranno dunque parte solo della famiglia del Re, perdendo diritti e obblighi relativi alla Famiglia Reale. Entrambe manterranno il titolo di Infanta e continueranno ad essere, rispettivamente, duchesse di Lugo e di Palma. Ma essendo fuori dalla Famiglia Reale non rientreranno più nella linea di successione, non potranno più rappresentare il Re o la Corona ad eventi ufficiali e cesseranno di essere personaggi pubblici. Sarà inoltre il fratello, il futuro re Felipe VI, a decidere di anno in anno se versare alle sorelle un appannaggio prelevato dai fondi che lo stato versa per il mantenimento della Casa Reale. Il cambiamento di status investe l'infanta Cristina dopo la sua imputazione, assieme al marito Inaki Urdangarin, nello scandalo Noos, una vicenda di appropriazione di fondi pubblici che ha contribuito a minare la popolarità della monarchia spagnola.
La sua situazione giuridica non cambia, ma in caso di condanna lo scandalo non investirà direttamente la Famiglia Reale.

02 giugno 2014

2 giugno. In Spagna monarchia o (terza) repubblica?


Alcune migliaia di spagnoli manifestano questa sera  nelle strade e piazze spagnole per reclamare un referendum dove poter scegliere tra monarchia e la repubblica.
Dopo la notizia arrivata nella mattinata l'abdicazione del re Juan Carlos, le manifestazioni di piazza convocate attraverso i social network, hanno portato nella sola capitale Madird in Puerta del Sol almeno 20.000 manifestanti, secondo fonti di polizia citate dai media spagnoli.

Altri 5.000 manifestanti si sono concentrati in plaza de Catalunya a Barcellona, agitando la bandiera indipendentista catalana e all'insegna dello slogan 'Queremos votar el 9 noviembre 2014', data fissata dal governo catalano per la consultazione sull'indipendenza.

Pulicoes