21 luglio 2010

POP PORNO

PORNO FOTOVOLTAICO: RITIRATA A MILAZZO LA PUBBLICITÀ "MONTAMI A COSTO ZERO"

foto: Femminismo a Sud

Fra spot sessista e Berlusconi, fuoco incrociato sulla donna

di Eleonora Ghitto - Cronache Laiche

In una delle sue esilaranti gag, il compianto Walter Chiari tanti anni fa diceva “Posso capire che per pubblicizzare l’intimo femminile si debba per forza vedere il corpo di una donna; per pubblicizzare un profumo necessitano immagini accattivanti e seducenti. Ma per un bullone, signori miei, un bullone, a cosa serve una donna nuda? Ci vorrebbe uno psicopatico delle ferramenta per capire che quella donna ha in mano un bullone…”

Chissà cosa direbbe oggi il grande Walter se si fosse trovato davanti ad un gigantesco manifesto che mostra una donna seminuda in una posizione che invita alla sodomizzazione, con a fianco una scritta a caratteri cubitali “Montami a costo zero”. In questo caso ci vorrebbe uno psicopatico delle energie alternative per capire che quella è una pubblicità di una ditta di Milazzo che installa impianti di energia solare.

Una pubblicità poco intelligente. Non solo perché è volgare e offensiva per le donne (e già questo basterebbe), ma perché, se è ben riuscito il tentativo di attirare l’attenzione, non raggiunge il vero scopo, che dovrebbe essere quello di pubblicizzare la propria attività, la quale passa, inevitabilmente, in secondo piano. Questi tipi di pubblicità, però, di sicuro raggiungono un obiettivo: condizionare e ridisegnare l’evoluzione socio-culturale del mondo in cui viviamo.

E’ innegabile, infatti, che la pubblicità influisca non solo sui nostri consumi, ma anche sui comportamenti e stili di vita. E la pubblicità sessista continua a stereotipare la figura della donna, relegandola al ruolo di “regina della casa” che sguazza fra detersivi, scope elettriche, e vetri splendenti. Questo quando non sono “fatalone tutto sesso e niente cervello”, o maniache del culto della persona, prediligendo in tema di bellezza, di volta in volta, la donna anoressica o quelle tutte tette. Da poco si è pure affacciata la figura della donna manager, veicolata come una sorta di Wonder Woman capace sì di lavorare, ma anche di stirare, ramazzare, accudire i figli e accogliere a braccia aperte, senza un capello fuori posto, il marito con un piatto di tagliatelle fumanti in una mano e una torta nell’altra. Donna evoluta e manager, ma sempre casalinga sottomessa e tuttofare. Per fortuna nella realtà le cose sono diverse: le donne oggi, nonostante molte difficoltà, sono riuscite a rivestire diversi ruoli nella società. Ruoli che però continuano a non essere rappresentati su giornali, riviste o Tv dove continuano a farla da padrone sono foto di donne seminude e di casalinghe soddisfatte dei propri pavimenti lucidi.

La pubblicità sessista, unita a retaggi culturali duri a morire, contribuisce, e non poco, a mettere in pericolo l’uguaglianza di genere; e, al contempo, è volgare e offensiva. Questo tipo d’offesa è talmente reiterato, che è diventato normale quasi per tutti associare alla parola “donna” solo le parole bellezza e avvenenza. E le parole del Premier Berlusconi in visita all’Università telematica Ecampus di Novedrate (Como), ne sono una conferma. Il Premier continua sconsideratamente a offendere Rosy Bindi (e con lei tutte le donne), e a notare non le capacità delle ragazze ma solo la loro bellezza. L’episodio, per la mancanza di stile e la sciatteria comportamentale, si commenta da solo. Ma è sintomatico di un certo tipo di mentalità stratificata, figlia certamente di una sub-cultura, ma anche degli stereotipi che appaiono tra le pagine di giornali e riviste, e sugli schermi delle nostre televisioni ultrapiatte.

E pensare che il 3 settembre 2008 il Parlamento europeo, preoccupato dei messaggi pubblicitari distorti e deleteri dei media che generavano gli stereotipi di genere, ha approvato con 504 voti favorevoli la proposta del deputato svedese Eva Britt Svensson, che impone uno stop alla pubblicità sessista e degradante per le donne.

Di certo l’eco di questa notizia non è arrivata in quel di Milazzo. E il nostro Premier? Lungi da lui l’idea di offendere le donne! Lui le donne le ama…solo quelle belle, ovviamente!

La seduta del Parlamento europeo del 3 settembre 2008: Pubblicità, stop agli stereotipi sulle donne

Eleonora Gitto


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