23 aprile 2013

Spagna. Rajoy e l'aborto della "Ley Aido"



Bibiana Aido (Min. Uguaglianza)
Sembra passato un secolo, dalla ossessione verso la secolarizzazione della società spagnola ai tempi dei due governi  Zapatero
Pressato dagli ultraconservatori e dalla Chiesa cattolica, il governo guidato dal Partido Popular ufficializza l’annuncio di una imminente riforma volta a limitare il diritto all'aborto, previsto nella cosiddetta “Legge Aìdo”, legge approvata nel 2010 dal precedente esecutivo socialista.


Prevista nella campagna elettorale dall’attuale capo del governo Mariano Rajoy, la riforma della Ley Orgánica 2/2010, del 3 marzo 2010 , de salud sexual y reproductiva y de la interrupción voluntaria del embarazo (sulla salute sessuale e riproduttiva e la interruzione volontaria della gravidanza) sarà presentata ''rapidamente'', ha detto il ministro della Giustizia,  ed ex sindaco di Madrid Alberto Ruiz Gallardon, secondo il quale la vita ''è un diritto inalienabile'' e ''il rischio per la salute fisica e psichica della donna non può essere considerato un pretesto per non proteggere la vita dei neonati'',  ma il punto più controverso e contestato dai popolari, riguarda la possibilità per le sedicenni di abortire senza il consenso dei genitori.

La dichiarazione del Ministro segue quella del presidente della Conferenza episcopale spagnola, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, che durante l’ultima marcia sulla capitale spagnola organizzata dalla associazione antiabortista HazteOir,  aveva chiesto al governo ''una riforma urgente''.
Critici i socialisti, secondo la quale il rischio per la salute della donna ''non e' mai un pretesto, ma un principio legale per abortire, riconosciuto come valido dalla Corte costituzionale'', mentre la numero due del partito, la onnipotente Elena Valenciano, ha affermato che ''non si può accettare che sia Rouco Varela a governarci, il tempo dei vescovi è quello passato''.
Gia'  lo scorso anno il ministro Gallardon aveva scatenato le reazioni dei favorevoli al diritto di aborto, annunciando che la futura legge impedirà l'interruzione della gravidanza anche nel caso di malformazione del feto.
Il governo spagnolo scalda i motori per  una retromarcia storica quanto lo era stata la riforma voluta dall'ex premier socialista José Luis Zapatero e dalla ministra dell’uguaglianza Bibiana Aido  
La riforma targata PP porta la la libertà delledonne a un'epoca vicina alla dittatura franchista e allontana la Spagna dal resto dell'Europa in materia di diritti.
Va ricordato che solo nel primo anno della Ley Aido, nella quale si tutela e si agevola la salute sessuale e riproduttiva ancor prima dell’aborto, il decremento delle interruzioni di gravidanza era stimato fra il 3% e il 5% rispetto all’anno precedente, dati che imbarazzano le associazioni pro-vita che mal tollerano l’attuale legge. 

Un impegno quello di mettere mano all’aborto confermato anche dallo stesso primo ministro spagnolo di visita da Papa Francesco qualche settimana, un incontro quello da Bergoglio e Rajoy che ha rinforzato i rapporti tra santa sede e la Spagna, la deriva laicista di Zapatero è lontana, adesso ilcapo del governo firma editoriali sull’osservatore romano.

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