Gli spagnoli hanno iniziato la marcia della RECONQUISTA dell’orgoglio della protesta.
Quello che è accaduto ieri in Spagna, non è quello che vi hanno raccontato i media spagnoli abituali, artefici di clamorose censure o di meschine pubblicazioni di pezzi scritti il giorno prima che inneggiavano a un flop dell’evento. Per indipendenti o meno che siano i mezzi d’informazione spagnoli ieri hanno vissuto la peggiore giornata, soppiantati dai blog, dai socialnetwork, nonostante l’attivazione degli inibitori del segnale 3G vitale per i cellulari e dai mezzi stranieri.
Quello che è accaduto ieri in Spagna, non è quello che vi hanno raccontato i media spagnoli abituali, artefici di clamorose censure o di meschine pubblicazioni di pezzi scritti il giorno prima che inneggiavano a un flop dell’evento. Per indipendenti o meno che siano i mezzi d’informazione spagnoli ieri hanno vissuto la peggiore giornata, soppiantati dai blog, dai socialnetwork, nonostante l’attivazione degli inibitori del segnale 3G vitale per i cellulari e dai mezzi stranieri.
La ragione dei cittadini che hanno accerchiato il Congreso de los
Diputados a Madrid, non ha niente in comune con la “ragione delle armi”
protagoniste del colpo di Stato del 23 febbraio 1981, così come sono
differenti da allora la maggioranza dei deputati seduti all’interno del
Congreso, che hanno giurato fedeltà al programma del proprio partito al
quale, spesso, gli stessi non credono. Protetti da centinaia di
poliziotti in assetto antisommossa, del tutto ingiustificato fino al
calar della sera quando gli animi di pochi hanno iniziato a diventare
incandescenti, i deputati spagnoli riuniti nell’emiciclo hanno vissuto
in diretta come la frattura che li separa dai cittadini si stava
dilatando. Juan Moscoso deputato del PSOE seduto a fianco del compagno
di partito Eduardo Madina, stella nascente del socialismo spagnolo,
commenta desolatamente a voce alta “è una tragedia, non trovare un nesso
tra quelli che protestano fuori e noi che li rappresentiamo qui dentro,
non è facile stabilire legami con un malessere sociale cosi profondo,
che si traduce in un allontanamento con chi li rappresenta, è una
critica agli errori che come classe politica abbiamo commesso arrivando a
questo”, prosegue Moscoso con lo sguardo rivolto più in la, oltre le
barricate.
foto HuffingtonPost Alberto Casillas il barista che ha impedito agli agenti in tenuta anti sommossa di entrare nel propio bar: "Héroe es cada persona que lucha por sus derechos" |
Il richiamo della cittadinanza per alcuni, forse troppo
pochi, è stato forte, come per Cayo Lara il leader di Izquierda Unida
poco dopo le 19, nel culmine della protesta cittadina in compagnia dei
militanti della neonata formazione Izquierda Abierta lo si è visto
abbandonare l’emiciclo per unirsi alla protesta, se non fosse stato solo
per alcuni minuti, il tempo di un clic fotografico e di un tweet che di
questi tempi vale più di un comizio e poi rientrare per prendere posto
al proprio seggio. Peccato, sarebbe stato un ottimo segnale soprattutto
politico più che personale, vista la situazione di ambiguità che vive il
suo partito capace di fomentare e ben rappresentare la sinistra
disorientata dal tracollo del dopo Zapatero ma di convivere in
coalizione con il PP alla guida della regione dell’Estremadura.
Se quella di ieri doveva incarnare l’opposizione al parlamento tutto e puntare il dito contro la politica e la politica di governo, il pensiero va al segretario del PSOE che rimane nonostante tutto il maggior partito d’opposizione al governo del Partido Popular di Mariano Rajoy, Rubalcaba al settimo mese da segretario non è sceso in piazza per la mediatica foto in mezzo agli indignati, ma su di lui cade inevitabilmente la responsabilità storica di non (s)forzare un quanto mai urgente cambio di marcia, quello che dovrebbe storicamente rappresentare il suo partito che dati alla mano ha governato la Spagna democratica per la maggior parte del tempo grazie all’appoggio dei cittadini oggi disincantati.
Se all’interno all’interno de Las Cortes di via San Jeronimo il 25s è trascorso in un clima di surreale tranquillità e di tesissima normalità , fuori la pacifica protesta si è trasformata in tarda serata nell’ennesima occasione di scontri tra manifestanti e forze di polizia, il bilancio è di 23 persone arrestate e almeno altre 32 ferite ( 4 agenti), 16 sono state trasportate nei vicini ospedali.
Con i rumori soffocati delle cariche della polizia e le sirene delle ambulanze scende la notte su Madrid, ma i cittadini la dignità hanno iniziato a riconquistarla.
Se quella di ieri doveva incarnare l’opposizione al parlamento tutto e puntare il dito contro la politica e la politica di governo, il pensiero va al segretario del PSOE che rimane nonostante tutto il maggior partito d’opposizione al governo del Partido Popular di Mariano Rajoy, Rubalcaba al settimo mese da segretario non è sceso in piazza per la mediatica foto in mezzo agli indignati, ma su di lui cade inevitabilmente la responsabilità storica di non (s)forzare un quanto mai urgente cambio di marcia, quello che dovrebbe storicamente rappresentare il suo partito che dati alla mano ha governato la Spagna democratica per la maggior parte del tempo grazie all’appoggio dei cittadini oggi disincantati.
Se all’interno all’interno de Las Cortes di via San Jeronimo il 25s è trascorso in un clima di surreale tranquillità e di tesissima normalità , fuori la pacifica protesta si è trasformata in tarda serata nell’ennesima occasione di scontri tra manifestanti e forze di polizia, il bilancio è di 23 persone arrestate e almeno altre 32 ferite ( 4 agenti), 16 sono state trasportate nei vicini ospedali.
Con i rumori soffocati delle cariche della polizia e le sirene delle ambulanze scende la notte su Madrid, ma i cittadini la dignità hanno iniziato a riconquistarla.
la pagina de El Mundo prepara il giorno prima delle proteste dove annunci scarsa affluenza! |
su Huffington Post si legge di poliziotti infiltrati |
1 commento:
che grandi. ITALIANI POPOLO DI MERDA...PRENDETE ESMEPIO!!!!
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