I quattro ex presidenti del governo spagnolo da quest’anno
riceveranno uno stipendio ridotto del 5,6% pari a 74,580 euro ciascuno,
come ha annunciato mercoledì il sottosegretario alla presidenza del
governo, Jaime Pérez Renovales.
Durante la sua comparizione davanti alla commissione Bilancio del
Congresso ha annunciato in dettaglio i conti del suo dipartimento,
Renovales Perez ha spiegato che quest’anno, il gabinetto della
presidenza del governo nonostante la crisi si sia visto obbligato ad
aumentare la propria dotazione nei conti perché gli ex presidenti sono
aumentati di numero, annoverando tra le fila uno in più: José Luis
Rodríguez Zapatero.
TAGLI AGLI STIPENDI – Tuttavia, questo aumento di
budget è stato compensato da una riduzione sullo stipendio individuale
di 5,6% per tutti, in modo da passare da uno stipendio di 79.000 euro a
74.580 euro per ex presidente del consiglio. Uno stipendio quello da ex
presidente che va ai quattro presidenti che hanno governato la Spagna
democratica dal 1976, Adolfo Suárez (UCD) presidente dal 5 luglio 1976 –
25 febbraio 1981, il socialista Felipe González (PSOE) in carica per 4
legislature consecutive dal 2 dicembre 1982 al 5 maggio 1996, José María
Aznar (PP) presidente del consiglio dal maggio 1996 per due mandati
fino al 2004 e José Luis Rodriguez Zapatero (PSOE) primo ministro dal
marzo 2004 fino alle elezioni dello scorso novembre 2011.
E ARRIVA ANCHE IL TICKET SANITARIO – Intanto in
Spagna la crisi non la pagheranno solo i quattro ex presidenti “in
pensione”, ma è notizia di oggi anche l’introduzione di un nuovo ticket
sanitario. I pensionati spagnoli che attualmente non pagano nessun
ticket sui farmaci, dovranno sborsare un 10% del costo del farmaco con
limite tra i 10 e i 20 euro mensili. Una nuova misura economica,
annunciata a sorpresa dal governo conservatore, che insieme ai tagli nel
settore della sanità e della istruzione pubblica dovrebbero portare al
risanamento dei conti statali.
DALLE PAROLE AI FATTI? MACCHE’ – Al sottosegretario
della presidenza del governo ha risposto il portavoce del PSOE, Ignacio
Sánchez Amor, lamentando che i tagli hanno colpito anche del 60% la
legge sulla memoria storica (che condanna il franchismo e intende ridare
dignità alle vittime e alle loro famiglie), riceverà meno di 700.000
euro, e ha anche sottolineato che analizzando i dati si nota che
l’ufficio del Presidenza del Governo di Mariano Rajoy in soli quattro
mesi ha aumentato di quasi il 50% il numero di consulenti, dai 56 attivi
nell’era Zapatero agli attuali 82 del governo austero di Rajoy. Il PSOE
descrive l’accaduto come difficilmente giustificabile, denunciando così
il contrasto tra le parole del Partito Popolare quando sedeva
all’opposizione e i fatti da quando è al governo.
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