Il PSOE è insomma in agitazione, com'era lecito aspettarsi, e speriamo che da queste sue convulsioni nascano una nuova generazione di dirigenti e nuove proposte, in grado di convincere gli spagnoli che la socialdemocrazia non si collega solo alla crisi economica, ma anche ai progressi sociali, all'estensione dei diritti individuali e al contributo di tutte le classi sociali al benessere comune (è su questo punto che è caduto Zapatero).
Sulle elezioni del 22 maggio si sono scritti numerosi editoriali, uno dei più interessanti è questo apparso su publico.es.
Sulle elezioni del 22 maggio si sono scritti numerosi editoriali, uno dei più interessanti è questo apparso su publico.es.
Il PP continua a basare i suoi progressi, le sue vittorie, sul populismo e la manipolazione mediatica.
Per questo tacciono il concetto che non è che abbiano convinto un numero maggiore spagnolo, che abbiano conquistato più voti (hanno ottenuto solo 500mila voti in più rispetto al 2007, e questo tenendo conto dell'incremento della popolazione), ma che la sinistra non ha votato i suoi concorrenti. Da questo si deduce che in Spagna la chiave politica continua a essere nella sinistra. E' la sinistra che decide con il suo voto o la sua assenza chi governa. Questo dovrebbe farci sentire potenti, ma la propaganda di destra è riuscita a convincere molti che sono soli, abbandonati, impotenti.
Per quanto questa insistente campagna per screditare il suo lavoro abbia reso impopolare appoggiarlo, io continuo a credere in Zapatero, continuo a gridare con speranza ¡Viva Zapatero! tutte le volte che ricordo i progressi sociali e distribuitivi che ha portato in Spagna, prima che tutto questo si infangasse (e che rimangono, cosa che molti e molte dimenticano), ma credo nell'atto di responsabilità sociale esercitato dagli elettori di sinistra: castigare i propri partiti per il flirt con il liberismo. Il messaggio è chiaro: la Spagna non è liberista. Anche se questo voto, decisivo, maggioritario, non sa come esprimere il suo rifiuto alle politiche capitaliste neoliberiste.
E la destra approfitta di questo sconcerto e, siccome possiede il 95% dei mezzi di comunicazione del paese (anche su Internet hanno iniziato da tempo il cammino verso il monopolio), come Berlusconi da panem et circenses, manipolano fatti, censurano, omettono e trasformano questa vittoria in absentia (il concorrente è sceso dal ring) in una legittima vittoria che li trasforma in migliori. Sanno che non lo sono. Sanno che una maggioranza del pubblico non è con loro , ma con il ricordo di quando il loro concorrente affascinava dal ring. E si chiede, Cosa è successo con il nostro Zapatero? Andava tutto così bene...
Adesso è solo necessario che la sinistra trovi la maledetta chiave. Quella che chiude questo vaso di Pandora, di tuoni in forma di disuguaglianza, di lampi che alcuni chiamano crisi e altri plutocrazia, i meno, perché si è parlato piuttosto poco dei responsabili reali di questa crisi (sì, sto guardando te, Emilio Botín).
Per quanto questa insistente campagna per screditare il suo lavoro abbia reso impopolare appoggiarlo, io continuo a credere in Zapatero, continuo a gridare con speranza ¡Viva Zapatero! tutte le volte che ricordo i progressi sociali e distribuitivi che ha portato in Spagna, prima che tutto questo si infangasse (e che rimangono, cosa che molti e molte dimenticano), ma credo nell'atto di responsabilità sociale esercitato dagli elettori di sinistra: castigare i propri partiti per il flirt con il liberismo. Il messaggio è chiaro: la Spagna non è liberista. Anche se questo voto, decisivo, maggioritario, non sa come esprimere il suo rifiuto alle politiche capitaliste neoliberiste.
E la destra approfitta di questo sconcerto e, siccome possiede il 95% dei mezzi di comunicazione del paese (anche su Internet hanno iniziato da tempo il cammino verso il monopolio), come Berlusconi da panem et circenses, manipolano fatti, censurano, omettono e trasformano questa vittoria in absentia (il concorrente è sceso dal ring) in una legittima vittoria che li trasforma in migliori. Sanno che non lo sono. Sanno che una maggioranza del pubblico non è con loro , ma con il ricordo di quando il loro concorrente affascinava dal ring. E si chiede, Cosa è successo con il nostro Zapatero? Andava tutto così bene...
Adesso è solo necessario che la sinistra trovi la maledetta chiave. Quella che chiude questo vaso di Pandora, di tuoni in forma di disuguaglianza, di lampi che alcuni chiamano crisi e altri plutocrazia, i meno, perché si è parlato piuttosto poco dei responsabili reali di questa crisi (sì, sto guardando te, Emilio Botín).
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