Direzione nazionale PS
Responsabile Pari opportunità
L’assemblea per Sinistra e Libertà tenutasi ieri ha Bagnoli ha stupito - e superato le aspettative - per l’intensità della partecipazione, l’entusiasmo per il progetto di SeL dimostrato dai militanti di base e la determinazione della quasi totalità degli interventi nel chiedere da subito un impegno serio per la costruzione di nuovo soggetto politico.
Non è chiaramente una scelta di “strategia”: alla base importa poco degli equilibrismi interni, degli incarichi, del potere. Ciò che prioritariamente hanno chiesto le donne e gli uomini che hanno partecipato all’assemblea di Bagnoli è: concretezza. Vogliamo tornare a "fare" politica. Siamo tutti stanchi di non poter incidere con la forza delle idee e dei numeri nella politica italiana, per questo è urgente andare avanti, e con determinazione, con la costruzione di SeL.
Il dibattito è giovane: molte questioni e molti nodi andranno sciolti con il confronto chiaro e aperto fra tutte le anime politiche e tutti i i militanti, coinvolgendo il più possibile gli elettori che ci hanno sostenuto alle scorse elezioni ed i tanti simpatizzanti del progetto.
E’ necessario, però, chiarire alcuni punti, perché un progetto vitale per il rilancio della Sinistra riformista italiana non venga travisato e zavorrato dai pregiudizi degli scettici, dai fraintendimenti di chi non c’era, dall’immobilismo di chi critica, ma non sa proporre altre vie concrete per rilanciare il riformismo socialista in Italia.
Sarò sintetica:
A) Ritengo che l'unico modo di onorare davvero i valori in cui si crede sia cercare di dar loro un futuro, fare di tutto per farli vivere, renderli operativi nella pratica politica, e non congelarli nel presente alla luce di un romantico, ma inutile, isolazionismo identitario. Ci abbiamo già provato e non è andata bene.
B) Le società in cui viviamo sono drammaticamente diverse dalle società del '900. Il nuovo secolo richiede nuovi modi di fare e pensare la politica e il riformismo.Ciò impone un nuovo sforzo di elaborazione politica, alla ricerca di una sintesi fra tutte le esperienze positive della sinistra, ambientalisti compresi, imparando dagli errori e rilanciando in una chiave moderna le esperienze che hanno dato i migliori risultati. Non si può governare il futuro con idee, modelli e strumenti pensati per il passato.
E' un processo in corso in tutte le democrazie occidentali. Noi compresi. Non può essere eluso rifugiandosi nel passato.
C) Ciò non significa, per quanto ci riguarda, voler o dover sciogliere i partiti/movimenti fondatori di SeL (nel PD non l'hanno fatto, i DS). Nessuno l’ha chiesto e non sarebbe responsabile in un percorso di costruzione che richiederà tempo e che non sarà privo di ostacoli.
Significa, piuttosto, affrontare seriamente (e non con una fusione a freddo come nel PD) un percorso di sintesi ed elaborazione politica comune per riportare una voce autorevole e moderna nella Sinistra italiana, o almeno provarci seriamente.
E' la prima responsabilità che abbiamo se vogliamo dare concretezza al nostro impegno politico e sperare di poter diventare finalmente “interessanti” per l’elettorato.
D) Nessuno di noi, per quanto si sforzi, è in grado di governare con percentuali minime.
Anche le alleanze locali con il PD hanno dimostrato l'inconsistenza politica di molte esperienze socialiste, che finiscono per essere fagocitate, bloccate, neutralizzate dalla preponderanza, quando non dal ricatto delle forze più grandi. Mantenere una “sigla in franchising” per far sopravvivere qualche consigliere/assessore non è dignitoso, né per noi stessi come militanti socialisti, né per un partito nobile e grande come il PS. Almeno io non sono qui per questo.
Unire i riformisti serve a poter dialogare con più forza e dignità nel centro-sinistra, di oggi e di domani ( e non mi dilungo qui sulle prospettive del PD nell'eventualità si concretizzi l'accordo Fini-Casini e l'attrazione verso un grande centro conservatore).
Ma essere uniti, e così valorizzare tutte le nostre risorse, serve soprattutto a costruire programmi "di sinistra" e una opposizione che ancora non c'è. Solo insieme possiamo farlo. Da atomi non siamo credibili, né possiamo essere incisivi. Alla gente interessano le soluzioni che possiamo proporre e realizzare, non le battaglie di testimonianza. Non ne abbiamo più il tempo, nè forse altre occasioni.
F) Le forze che ci affiancano non possono più definirsi "comuniste". Il distacco da quelle esperienze è evidente nei fatti e va metabolizzato, soprattutto da noi socialisti. Il distacco dal Comunismo, prima di SD poi del MpS, è stato determinato proprio da un riconoscimento della primazia della via riformista e socialista. Non avrebbero avuto difficoltà, altrimenti, a continuare uniti i loro percorso: non avevano bisogno di noi. Hanno avuto il coraggio di riconoscere i limiti di una ideologia e staccarsi da una via ormai sterile e superata dalla Storia. E gli va riconosciuto.
Non trovo né onesto, né responsabile continuare ad alimentare diffidenze e ostilità che appartengono al passato e che riguardano guerre vissute da altri. Le nuove generazioni vogliono unità, concretezza e credibilità dei dirigenti e dei rappresentanti politici. Le guerre alimentate da odi atavici non ci appartengono: lasciamole combattere ad altri.
G) La collocazione europea nel PSE, che ritengo imprescindibile e coerente con lo spirito del progetto verrà da sé, con l’ineliminabile sostegno delle famiglie politiche europee, chiamate, come noi a fare i conti con le nuove sfide del nostro secolo e con le esigenze di governare efficacemente il presente.
In conclusione. Ritengo che la prima qualità di un politico stia nella “responsabilità”, ovvero, e letteralmente, nella “capacità di dare delle risposte”, alla luce di una lucida analisi politica e nel rispetto sostanziale, non meramente formale, dei suoi valori ideali.
Noi ci stiamo provando, con grande serietà, coraggio, onestà. Rimanendo sempre socialisti. Oggi più che mai.
Mi auguro che le compagne e i compagni possano comprendere e sostenerci tutti in questo rilancio di concretezza, modernità e lungimiranza dei valori del Socialismo.
Responsabile Pari opportunità
Non è chiaramente una scelta di “strategia”: alla base importa poco degli equilibrismi interni, degli incarichi, del potere. Ciò che prioritariamente hanno chiesto le donne e gli uomini che hanno partecipato all’assemblea di Bagnoli è: concretezza. Vogliamo tornare a "fare" politica. Siamo tutti stanchi di non poter incidere con la forza delle idee e dei numeri nella politica italiana, per questo è urgente andare avanti, e con determinazione, con la costruzione di SeL.
Il dibattito è giovane: molte questioni e molti nodi andranno sciolti con il confronto chiaro e aperto fra tutte le anime politiche e tutti i i militanti, coinvolgendo il più possibile gli elettori che ci hanno sostenuto alle scorse elezioni ed i tanti simpatizzanti del progetto.
E’ necessario, però, chiarire alcuni punti, perché un progetto vitale per il rilancio della Sinistra riformista italiana non venga travisato e zavorrato dai pregiudizi degli scettici, dai fraintendimenti di chi non c’era, dall’immobilismo di chi critica, ma non sa proporre altre vie concrete per rilanciare il riformismo socialista in Italia.
Sarò sintetica:
A) Ritengo che l'unico modo di onorare davvero i valori in cui si crede sia cercare di dar loro un futuro, fare di tutto per farli vivere, renderli operativi nella pratica politica, e non congelarli nel presente alla luce di un romantico, ma inutile, isolazionismo identitario. Ci abbiamo già provato e non è andata bene.
B) Le società in cui viviamo sono drammaticamente diverse dalle società del '900. Il nuovo secolo richiede nuovi modi di fare e pensare la politica e il riformismo.Ciò impone un nuovo sforzo di elaborazione politica, alla ricerca di una sintesi fra tutte le esperienze positive della sinistra, ambientalisti compresi, imparando dagli errori e rilanciando in una chiave moderna le esperienze che hanno dato i migliori risultati. Non si può governare il futuro con idee, modelli e strumenti pensati per il passato.
E' un processo in corso in tutte le democrazie occidentali. Noi compresi. Non può essere eluso rifugiandosi nel passato.
C) Ciò non significa, per quanto ci riguarda, voler o dover sciogliere i partiti/movimenti fondatori di SeL (nel PD non l'hanno fatto, i DS). Nessuno l’ha chiesto e non sarebbe responsabile in un percorso di costruzione che richiederà tempo e che non sarà privo di ostacoli.
Significa, piuttosto, affrontare seriamente (e non con una fusione a freddo come nel PD) un percorso di sintesi ed elaborazione politica comune per riportare una voce autorevole e moderna nella Sinistra italiana, o almeno provarci seriamente.
E' la prima responsabilità che abbiamo se vogliamo dare concretezza al nostro impegno politico e sperare di poter diventare finalmente “interessanti” per l’elettorato.
D) Nessuno di noi, per quanto si sforzi, è in grado di governare con percentuali minime.
Anche le alleanze locali con il PD hanno dimostrato l'inconsistenza politica di molte esperienze socialiste, che finiscono per essere fagocitate, bloccate, neutralizzate dalla preponderanza, quando non dal ricatto delle forze più grandi. Mantenere una “sigla in franchising” per far sopravvivere qualche consigliere/assessore non è dignitoso, né per noi stessi come militanti socialisti, né per un partito nobile e grande come il PS. Almeno io non sono qui per questo.
Unire i riformisti serve a poter dialogare con più forza e dignità nel centro-sinistra, di oggi e di domani ( e non mi dilungo qui sulle prospettive del PD nell'eventualità si concretizzi l'accordo Fini-Casini e l'attrazione verso un grande centro conservatore).
Ma essere uniti, e così valorizzare tutte le nostre risorse, serve soprattutto a costruire programmi "di sinistra" e una opposizione che ancora non c'è. Solo insieme possiamo farlo. Da atomi non siamo credibili, né possiamo essere incisivi. Alla gente interessano le soluzioni che possiamo proporre e realizzare, non le battaglie di testimonianza. Non ne abbiamo più il tempo, nè forse altre occasioni.
F) Le forze che ci affiancano non possono più definirsi "comuniste". Il distacco da quelle esperienze è evidente nei fatti e va metabolizzato, soprattutto da noi socialisti. Il distacco dal Comunismo, prima di SD poi del MpS, è stato determinato proprio da un riconoscimento della primazia della via riformista e socialista. Non avrebbero avuto difficoltà, altrimenti, a continuare uniti i loro percorso: non avevano bisogno di noi. Hanno avuto il coraggio di riconoscere i limiti di una ideologia e staccarsi da una via ormai sterile e superata dalla Storia. E gli va riconosciuto.
Non trovo né onesto, né responsabile continuare ad alimentare diffidenze e ostilità che appartengono al passato e che riguardano guerre vissute da altri. Le nuove generazioni vogliono unità, concretezza e credibilità dei dirigenti e dei rappresentanti politici. Le guerre alimentate da odi atavici non ci appartengono: lasciamole combattere ad altri.
G) La collocazione europea nel PSE, che ritengo imprescindibile e coerente con lo spirito del progetto verrà da sé, con l’ineliminabile sostegno delle famiglie politiche europee, chiamate, come noi a fare i conti con le nuove sfide del nostro secolo e con le esigenze di governare efficacemente il presente.
In conclusione. Ritengo che la prima qualità di un politico stia nella “responsabilità”, ovvero, e letteralmente, nella “capacità di dare delle risposte”, alla luce di una lucida analisi politica e nel rispetto sostanziale, non meramente formale, dei suoi valori ideali.
Noi ci stiamo provando, con grande serietà, coraggio, onestà. Rimanendo sempre socialisti. Oggi più che mai.
Mi auguro che le compagne e i compagni possano comprendere e sostenerci tutti in questo rilancio di concretezza, modernità e lungimiranza dei valori del Socialismo.
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