La maledizione dei Maya per il premier Rajoy sembra essere poca cosa
se confrontata con le notizie che per l’economia internazionale spagnola
arrivano dal Sud America. Il primo maggio dalla Bolivia il presidente
Evo Morales ha dato l’annuncio della nazionalizzazione di Transportadora
de Electricidad S.A. (TDE), gestita dalla spagnola Rete Energetica
Spagnola (Ree), società che solo al 20% è in mano di Madrid e che da
dieci anni controlla più del 70% delle linee elettriche andine.
Per la seconda volta un Paese sud americano colpisce la Spagna, la
militarizzazione delle centrali elettriche ordinata da Morales segue di
sole due settimane la notizia dell’espropriazione in Argentina della
società petrolifera Ypf, controllata dalla spagnola Repsol (nota in
Italia come sponsor di Valentino Rossi) data dalla presidenta Cristina
Fernandez de Kirchner che ha dichiarato in tv di avere come obiettivo
prioritario per il suo paese «il raggiungimento dell’autosufficienza
energetica, lo sfruttamento, l’industrializzazione, il trasporto e la
commercializzazione degli idrocarburi».
LA SPAGNA SOTTO SCACCO DELL’AMERICA LATINA
– Con il governo conservatore del Partido Popular la Spagna si sta
trasformando in un vero bersaglio e facile preda dei paesi
latinoamericani, incapace di reagire ai dictat stranieri che la
stringono in una morsa che si fa più pesante e pericolosa perché va a
pungolare una Spagna che a tutt’oggi è gravemente indebolita sul piano
economico a seguito dei tagli imposti dalle recenti misure di austerità e
frastornata sul fronte da una politica internazionale mal gestita. Le
imprese spagnole all’estero iniziano ad avvertire sulla propria pelle il
cambio di governo, se mesi prima rifugiarsi all’estero poteva essere
vissuto come una via di fuga dal baratro finanziario nazionale, ora per
le imprese spagnole vengono a mancare anche le fondamentali tutele ai
propri beni. Quello che sta accadendo in Argentina e in Bolivia è il
riflesso della debolezza della Spagna di Rajoy nella politica
internazionale. La recente espropriazione Argentina per mano della
Kirchner, però, potrebbe aver innescato una nuova ondata di confische di
beni stranieri sul territorio latinoamericano.
MA IL MINISTRO DELLE FINANZE RASSICURA – Tutti
sembrano preoccupati, tranne il ministro delle finanze spagnolo: “La
Bolivia ha garantito che indennizzerà la nostra compagnia dei costi
investiti nella rete elettrica. Una promessa sulla quale, evidentemente,
il governo spagnolo vigilerà con attenzione per verificare che
l’indennizzo sia adeguato”.
CON LA CRISI SI PAGANO GLI ABORTI – Se fuori casa
per Rajoy le partite sembrano perse, non va meglio per quelle giocate
sui terreni amici delle regioni governate dal PP. I tagli alle spese
sanitarie, si legge nelle prime pagine dei quotidiani, stanno agitando i
movimenti femministi e con loro il PSOE, sul tema dell’aborto. Il
motivo delle proteste rendono noto le manifestanti, è che la crisi
economica non può abbattersi anche sulle donne che hanno deciso di
interrompere la gravidanza. La regione di Aragon governata dai popolari
ha già sospeso gli aborti nelle proprie cliniche pubbliche, costringendo
le pazienti a rivolgersi alla sanità privata o a intraprendere
pellegrinaggi in tutta Spagna, mentre nelle Asturie, Baleari e nella
regione di Madrid, amministrazioni regionali accumunate dallo stesso
colore politico, già si sta pensando di ricorrere alla soluzione
introdotta in Argon.
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