28 dicembre 2011

il capo dei Papaboys: Zapatero e i suoi cancellati dalla storia

intervista Daniele Venturi "capo" dei Papaboys

A Madrid, in Spagna, si è tenuta l’ultima giornata mondiale della gioventù. E, se Zapatero «è stato spazzato via, la Gmg di Madrid sarà ricordata per sempre», dice Daniele Venturi, presidente dell’Associazione nazionale papaboys (circa 15mila associati). Sugli omosessuali, invece, sostiene «i peccatori vanno abbracciati, ma in questo periodo storico sono stati abbracciati un po’ troppo».
 
«Papaboys? È un nome inventato dai media. Pensi che non mi piace neppure così tanto...». Daniele Venturi è il presidente dell'Associazione Nazionale Papaboys, nata nel 2005, che si propone di racchiudere, come si legge sul sito ufficiale, «i ragazzi cattolici del Terzo Millennio» i quali, «in un’epoca caratterizzata dal crollo delle ideologie e dalla diffusione di falsi miti», scelgono di «restare fedeli a Pietro».
Discussa anche per via di alcune prese di posizione forti su temi di attualità, l’associazione è, con circa 15mila associati, una realtà di vaste proporzioni. Organizza eventi, ha creato una web tv e una web radio, pubblica libri, ha una propria nazionale di calcio e negli ultimi anni è diventata, almeno per i media, la voce di riferimento dei giovani cattolici. Ad oggi, però, dalla curia non è arrivato nessun riconoscimento ufficiale.
È vero?
Sì, è vero. Nessun mistero: per essere riconosciuti ufficialmente ci vuole molto tempo e noi siamo nati da pochi anni. Bisogna però sottolineare che la Chiesa, pur non avendoci ancora “battezzato”, ci apprezzi e dialoghi con noi.
Qualche esempio?
Quest’anno abbiamo dato alle stampe il libro “Ciao, Karol”, contenente le 1500 lettere lasciate in piazza San Pietro dai fedeli il giorno della morte di Giovanni Paolo II. È stata la Segreteria vaticana a consegnarci le lettere. E ancora: ogni anno, a fine gennaio, organizziamo una giornata di preghiera in Terrasanta, appoggiata dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Il cardinale Turkson ci ha inviato una lettera in cui dice: «Voi siete i giovani che testimoniano il bello della Chiesa».
Ma voi sentite di rappresentare tutti i giovani cattolici?
No. Noi rappresentiamo soltanto i nostri associati.
Però siete consapevoli che quando diffondete i comunicati stampa, la vostra posizione viene spesso recepita come la posizione ufficiale.
Noi facciamo sentire la nostra voce. Ma non rappresentiamo tutti i giovani della Chiesa. Pensi che, quando mi invitano a partecipare a qualche trasmissione, chiedo sempre che ci siano anche esponenti di altri movimenti cattolici. Noi parliamo a nome dei Papaboys, non dei Neocatecumenali, né dei focolarini, né per quelli di Azione Cattolica o di Comunione e Liberazione.
Però, quante correnti.
Già. Fin troppe. Io penso che in questa fase storica debbano essere ridotte, in nome di una nuova unità. È tempo di superare le divisioni, anche all'interno della Chiesa.
A proposito di divisioni. Come vede l'attuale situazione politica nel nostro Paese? Ora c'è un governo decisamente più spostato verso il centro cattolico.
Non cambia molto rispetto a prima. L'Italia è un Paese cattolico, ed è normale che anche i suoi politici lo siano. Pensi a Gianni Letta, è Gentiluomo di Sua Santità. O a Romano Prodi, che ogni domenica andava a prendere la comunione.
E Berlusconi?
Beh, lui ha avuto una formazione cattolica, dai Salesiani se non sbaglio. Poi però qualcosa è cambiato in lui. Negli ultimi tempi ha iniziato a venerarsi un po’ troppo... Ha voluto applicare quello che aveva imparato sulla religione su se stesso e sulla sua politica.
Se lo incontrasse cosa gli direbbe?
Con una battuta gli direi: “Dio esiste, ma non sei tu!”. Comunque, se vuole saperlo, Berlusconi non si arrenderà tanto facilmente.
E se incontrasse Monti, invece?
Gli direi: “Non imponga solo tasse, pensi anche alla crescita”.

L'evento clou per i Papaboys sono le Giornate Mondiali della Gioventù, che si tengono ogni due anni in una città diversa. La prossima edizione sarà a Rio de Janeiro, nel 2013. L'ultima è stata a Madrid, dove ci sono state diverse polemiche riguardanti le spese che il governo spagnolo avrebbe sostenuto per garantire lo svolgimento della manifestazione. Si è parlato di 50 milioni di euro, che in un periodo di crisi come quello attuale sono uno schiaffo alla povertà. Che ne pensa?
In realtà, gli eventi sono stati finanziati in larga parte da sponsor privati. Il governo spagnolo ha dovuto sostenere i costi relativi alla sicurezza ed alla pulizia cittadina. Non ci vedo nulla di speciale, si tratta comunque di un evento che ha portato a Madrid 4-5 milioni di persone. Ecco, io credo che sia giusto tenere conto anche dell'indotto economico che questi ragazzi hanno introdotto nelle casse spagnole. In quei giorni, a Madrid, hotel e ristoranti erano tutti esauriti. I Papaboys non dormono nei sacchi a pelo. Quelle sono leggende.
Ritiene quindi che le critiche piovute addosso al governo Zapatero fossero ingiustificate?
Guardi, non mi faccia parlare di Zapatero. Il suo operato al governo si commenta da sé, dal punto di vista morale come da quello economico. Basti vedere i bilanci, prima e dopo la Giornata Mondiale della Gioventù. La Spagna mica l’ho ridotta io in questo stato. Il tempo ha emesso la sua sentenza: mentre il governo Zapatero è stato spazzato via, la Gmg di Madrid sarà ricordata per sempre.



 

1 commento:

ilGrandeColibrì ha detto...

In realtà proprio l'odiato matrimonio gay farà entrare Zapatero nella storia, come ben sa lo stesso ex premier spagnolo (v. intervista: Zapatero: "Orgoglioso del matrimonio gay")