Dopo 520 anni dalla conclusione, il 25 marzo 2012 in Spagna inizia una nuova Reconquista. Il Partido Socialista Spagnolo rialza finalmente la testa. Geograficamente le regioni interessate sono sempre le stesse, le Asturie prima regione dove anche nel 708 iniziò la reconquista e l’Andalusia dove terminò nel 1492. Parallelismi storici a parte, per il PSOE questa è la prima buona notte elettorale dal maggio del 2011 (elezioni amministrative), torna ad essere il primo partito nel Principato delle Asturie con 16 seggi ottenuti dalla lista socialista del candidato Javier Fernandez, mentre in Andalusia, grazie a un governo di coalizione si conferma presidente de la Junta (il governo andaluso) il presidente del PSOE – Andalusia José Antonio Griñan.
In casa del PP però si festeggia comunque, per la prima volta nella storia democratica di Spagna, il Partido Popular è riuscito a vincere con 50 seggi le elezioni in Andalusia, storico bastione socialista, certo una vittoria amarissima, ben lontana dalla maggioranza assoluta (dei 55 seggi) data per certa anche degli exit poll diffusi da Canal Sur alla chiusura delle urne. Il conteggio delle schede, che è iniziato stranamente con un’ora di ritardo, non è stato certo adatto ai deboli di cuore. Urne chiuse quindi, exit poll che davano il PSOE affondato e la cartina di Spagna completamente azzurra in mano al PP, sino a quando la tv di stato spagnola TVE non inizia a trasmettere i dati ufficiali dei seggi scrutinati, ed ecco il primo colpo di scena, il PSOE raggiunge quota 54 seggi in Andalusia a un soffio dalla maggioranza assoluta, ma eravamo solo all’inizio. Poco a poco che i dati ufficiali venivano diffusi il PP continuava la sua marcia verso il recupero dei voti, con la metà dei seggi registrati e ufficializzati il PSOE ancora si attestava su i 51 seggi al governo andaluso, il PP 48 e IU (sinistra unita) 10. Si è aspettato solo fino al 72% delle sezioni scrutinate per vedere che i Popolari avrebbero ottenuto poi la vittoria delle elezioni andaluse ma non la guida della Junta.
Per il PP del candidato Arenas quindi il disastro, doveva essere Presidente di tutti gli andalusi ma anche questa volta, la quarta consecutiva dovrà accontentarsi di rimanere solo il Presidente dei Popolari Andalusi, un disastro a livello morale, il leitmotiv per la destra in Andalusia era sempre stato “maggioranza assoluta o disastro totale”, dato che la maggioranza assoluta è rimasta solo una speranza il conto per i popolari e nonostante tutti i sondaggi fossero sempre stati a favore è presto fatto. Il PSOE di José Antonio “Pepe” Griñan con 47 seggi ottenuti si troverà invece per la seconda volta nella storia democratica spagnola a governare l’Andalusia in coalizione con Izquierda Unida, arrivata a 12 seggi raddoppiando il risultato raggiunto nel 2008 e confermando il trend positivo nazionale, sarà un governo di colazione di sinistra che debuttò la prima volta nel 1994 sotto la guida di Manuel Chavez con l’allora PA Partido Andalucista, quella che sembrava dover rimanere una parentesi nel dominio assoluto socialista in Andalusia si è dunque replicata.
Una benefica reconquista socialista del potere regionale, tanto in Andalusia quanto nelle Asturie anche se non è da escludere un ritorno di fiamma tra l’ex popolare Francisco Alvarez-Cascos presidente del Foro Autonomico de Austurias e il suo ex partito il PP che potrebbe sottrarre la maggioranza nel governo asturiano al PSOE. In apparenza però qualcosa di strano c’è. Tutti i principali partiti hanno qualcosa da festeggiare, un paradosso, quelli che vincono perdono e quelli che perdono vincono. Riepilogando: il PSOE ha vinto le elezioni nel Principato delle Asturie ma si confermerà alla guida del governo Andaluso, il PP dalla sua ha il primo miglior risultato nel feudo socialista per eccellenza, l’Andalusia, regione più grande e più popolosa di Spagna, ma potrebbe governare nelle Asturie, il miglior risultato andaluso arrivato con 150.000 voti in meno delle elezioni regionali del 2008, un dato quello dell’astensione che alle 15 registrava già un calo del 10%. Solo un mese e mezzo fa i due principali partiti, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, scelsero entrambi l’Andalusia come sede dei propri congressi nazionali, il motto del PSOE era “La Respuesta Socialista” una risposta, che dal Partito Socialista del neosegretario Alfredo Perez Rubalcaba eletto a Siviglia per soli 22 voti sulla sfidante segretaria Carme Chacon, ha iniziato ad arrivare, ma c’è ancora “Molto PSOE da fare” (“Mucho PSOE por hacer”) come titolava il programma di Carme Chacon appunto. Molto PSOE da fare e prima di trovare la risposta socialista nazionale, per il PSOE di Rubalcaba le domande da porsi rimangono ancora tante.
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