Fecondazione Assistista Spagna, sulla costa del sol l'80% parla italiano
Non più solo Valencia e Barcellona per le italiane che sognano di diventare mamme e non possono a causa della restrittiva legge italiana (grazie a chi ha votato per Berlusconi, anche per questo).
Sulla Costa del Sol, un territorio che appena si affaccia a quest'attività, l'80% delle straniere che si sottopongono alla fecondazione assistita proviene dall'Italia. Il 20% restante è quasi tutto appannaggio delle donne inglesi: nel Regno Unito è stata introdotta una norma che impedisce l'anonimato dei donatori e, dunque, le donne in cerca di anonimato preferiscono volare in Spagna.
La Spagna è, con il Belgio, uno dei Paesi europei con la legge più permissiva. E non pensate che sia colpa di quel comunista di José Luis Rodriguez Zapatero, figlio del diavolo e di chissà chi altro. No, la legge sulla fecondazione assistita è stata introdotta dal Governo conservatore di José Maria Aznar e appena ritoccata dai socialisti. E' una legge che praticamente vieta solo la selezione del sesso e il ventre in affitto; tutto il resto, per la ricerca di un figlio sano, all'interno della coppia o con la donazione di ovuli e seme, è permesso. Questo fa sì, per esempio, che l'Instituto Valenciano de Fertilidad sia uno dei più importanti del mondo; grazie a questa libertà ha potuto sviluppare tecniche che permettono di verificare, tramite test rapidi, se una donna può rimanere o meno incinta, evitando inutili trafile ormonali e psicologiche, e di controllare il grado di fertilità degli spermatozoi; sono tecniche che permettono un certo livello di successo anche alle donne con più di 40 anni. Di fatto il successo delle tecniche applicate dall'IVI tocca il 90% e in genere una donna rimane incinta dopo una media di tre trattamenti.
In Spagna sono attualmente attive oltre 300 cliniche per la riproduzione assistita e in tutte le italiane rappresentano un'alta percentuale delle clienti straniere. Italiane, inglesi, francesi e tedesche sono le donne che ricorrono maggiormente alla Spagna. Tutte a causa delle leggi restrittive dei loro Paesi.
In Germania la legge ammette i trattamenti solo per le donne sposate, in Francia sono proibite donazioni e trattamenti per le donne che hanno superato i 40 anni, della Gran Bretagna si è già detto; in Italia accedono ai trattamenti solo le donne sposate, ma con pesanti vincoli: non si può effettuare la diagnosi preimpianto per selezionare gli embrioni sani, non è ammessa la donazione eterologa, per cui una donna sterile non può diventare madre.
Il turismo riproduttivo sta diventando una vera e propria risorsa economica. Secondo dati pubblicati oggi da El Mundo, nella sola provincia di Málaga, dove questo tipo di attività è ai suoi inizi, il giro d'affari che ruota intorno alla riproduzione assistita sfiora i 600mila euro all'anno. E, nonostante la presenza di Torremolinos, storica località prediletta degli omosessuali d'Europa, la Costa non si è ancora lanciata sul mercato delle coppie lesbiche in cerca di un figlio. Lo ha fatto però Alicante, che ha partecipato recentemente al World Travel Market, per proporsi alle coppie lesbiche che vogliono diventare mamme.
Nessun commento:
Posta un commento