25 maggio 2011

Elezioni in Spagna: la chiave è sempre la sinistra

La llave sigue en la izquierda

Il PSOE è insomma in agitazione, com'era lecito aspettarsi, e speriamo che da queste sue convulsioni nascano una nuova generazione di dirigenti e nuove proposte, in grado di convincere gli spagnoli che la socialdemocrazia non si collega solo alla crisi economica, ma anche ai progressi sociali, all'estensione dei diritti individuali e al contributo di tutte le classi sociali al benessere comune (è su questo punto che è caduto Zapatero).
Sulle elezioni del 22 maggio si sono scritti numerosi editoriali, uno dei più interessanti è questo apparso su publico.es.


Il PP continua a basare i suoi progressi, le sue vittorie, sul populismo e la manipolazione mediatica. 
Per questo tacciono il concetto che non è che abbiano convinto un numero maggiore spagnolo, che abbiano conquistato più voti (hanno ottenuto solo 500mila voti in più rispetto al 2007, e questo tenendo conto dell'incremento della popolazione), ma che la sinistra non ha votato i suoi concorrenti. Da questo si deduce che in Spagna la chiave politica continua a essere nella sinistra. E' la sinistra che decide con il suo voto o la sua assenza chi governa. Questo dovrebbe farci sentire potenti, ma la propaganda di destra è riuscita a convincere molti che sono soli, abbandonati, impotenti.
Per quanto questa insistente campagna per screditare il suo lavoro abbia reso impopolare appoggiarlo, io continuo a credere in Zapatero, continuo a gridare con speranza
¡Viva Zapatero! tutte le volte che ricordo i progressi sociali e distribuitivi che ha portato in Spagna, prima che tutto questo si infangasse (e che rimangono, cosa che molti e molte dimenticano), ma credo nell'atto di responsabilità sociale esercitato dagli elettori di sinistra: castigare i propri partiti per il flirt con il liberismo. Il messaggio è chiaro: la Spagna non è liberista. Anche se questo voto, decisivo, maggioritario, non sa come esprimere il suo rifiuto alle politiche capitaliste neoliberiste.
E la destra approfitta di questo sconcerto e, siccome possiede il 95% dei mezzi di comunicazione del paese (anche su Internet hanno iniziato da tempo il cammino verso il monopolio), come Berlusconi da panem et circenses, manipolano fatti, censurano, omettono e trasformano questa vittoria in absentia (il concorrente è sceso dal ring) in una legittima vittoria che li trasforma in migliori. Sanno che non lo sono. Sanno che una maggioranza del pubblico non è con loro , ma con il ricordo di quando il loro concorrente affascinava dal ring. E si chiede, Cosa è successo con il nostro Zapatero? Andava tutto così bene...
Adesso è solo necessario che la sinistra trovi la maledetta chiave. Quella che chiude questo vaso di Pandora, di tuoni in forma di disuguaglianza, di lampi che alcuni chiamano crisi e altri plutocrazia, i meno, perché si è parlato piuttosto poco dei responsabili reali di questa crisi (sì, sto guardando te, Emilio Botín).
 
PS In queste elezioni ci sono stati 550mila schede bianche e 360mila nulle.

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