Aborto: 2.000 italiane all'anno scelgono l'estero
L'Aja, 22 mag. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Olanda, Francia, Spagna e Regno Unito. Sono queste le mete scelte da 2.000 italiane all'anno per l'interruzione volontaria della gravidanza dopo gli ufficiali 90 giorni previsti dalle legge 194. "In questi Paesi gli italiani trovano quelle possibilita' che la nostra legge sull'aborto non prevede. Si possono spendere circa 900 euro per un aborto nelle tante cliniche private, ad esempio olandesi, che offrono questo servizio", afferma Emilio Arisi direttore di ostetricia dell'ospedale S.Chiara di Trento a margine del congresso europeo della contraccezione in corso all'Aja
CASO ITALIA
Lombardia, bonus di 4.500 euro per non abortire
Un bonus di 250 euro al mese, 4500 euro in un anno e mezzo, per le donne che rinunciano ad abortire pur vivendo in condizioni economiche difficili. È il contributo che erogherà la Regione Lombardia, la cui giunta ha varato oggi un provvedimento sperimentale che va nella direzione indicata da tempo dal presidente, Roberto Formigoni. «Nessuna donna - ha detto il governatore - dovrà più abortire in Lombardia a causa delle difficoltà economiche».
Il contributo, secondo quanto spiegano dal Pirellone, consiste in un assegno mensile di 250 euro, per 18 mesi, destinato a quelle donne che rinunciano ad una interruzione della gravidanza che sarebbe stata determinata, appunto, da problemi economici. Il bonus, che raggiunge dunque i 4.500 euro in un anno e mezzo, è reso possibile da un primo stanziamento di 5 milioni di euro deciso dalla Regione, che ha versato i soldi sul Fondo «Nasko», appositamente creato.
«Vogliamo aiutare - spiega in una nota il governatore lombardo - la famiglia, la maternità e la natalità, rimuovendo il più possibile gli ostacoli, a cominciare da quelli di natura economica, che rendono più difficoltoso il fare una scelta a favore della vita». D'accordo anche l'assessore regionale alla Famiglia, Giulio Boscagli, che fa notare come «lo sforzo della Giunta sia tanto più significativo in quanto cade in un momento in cui la forte instabilità economica e sociale si può ripercuotere, più che in altri periodi, sulla scelta di molte donne di procrastinare o interrompere una gravidanza».
http://unita.it/news/italia/99417/lombardia_bonus_di_euro_per_non_abortire
INTANTO IN SPAGNA
ABORTO:SPAGNA, RU486 A DOMICILIO CONTRO COLLASSO OSPEDALI
(di Paola Del Vecchio) (ANSAmed) - MADRID - Per evitare il collasso degli ospedali, con l'entrata in vigore della riforma dell'aborto il prossimo 5 luglio, l'assessorato alla Sanita' della Catalogna promuovera' l'interruzione volontaria di gravidanza a domicilio, con la pillola RU-486, entro la settima settimana di gestazione. La nuova legge di Salute sessuale e riproduttiva, che legalizza l'aborto entro la 14/esima settimana di gestazione, prevede infatti per la prima volta che le interruzioni volontarie di gravidanza, finora realizzate nel 98% dei casi in cliniche private, siano garantite nelle strutture pubbliche alla pari delle altre prestazioni sanitarie. Questo significa che, stando alle stime dell'assessorato alla Sanita' citate oggi da El Periodico de Catalunya, nella sola Catalogna si aggiungeranno oltre 26.000 interventi ginecologici l'anno a quelli che si praticano attualmente. Di fronte a una pressione della domanda che le strutture pubbliche catalane non sono in grado di fronteggiare, l'assessorato alla Salute ha previsto di offrire la pillola RU486 alle donne che decidano di interrompere la gravidanza entro la settima settimana di gestazione, il che consentirebbe di abbattere del 50% la domanda di interventi ginecologici. La RU-486, secondo le fonti, sara' distribuita nei 42 centri di assistenza sessuale e riproduttiva esistenti nella regione, ai quali si accede attraverso il medico di base e dove le donne che decidano di abortire possono contare sull'assistenza di ginecologi, psicologi e ostetrici, per una corretta somministrazione della pillola abortiva e un'informazione degli effetti secondari. L'obiettivo e' promuovere l'aborto farmacologico: ''Uno strumento incruento - secondo Joaquin Calaf, responsabile del servizio di ginecologia e ostetricia dell'Ospedale Sant Pau, di Barcellona - che le donne possono utilizzare in casa e in forma privata, molto meno aggressivo dell'intervento chirurgico, se il farmaco viene assunto nella settima settimana di gestazione''. La misura ha un'ampia approvazione da parte dei ginecologi, consultati dall'assessorato alla Salute, che ha previsto di approvarla in giunta venerdi' 28 maggio. ''E' chiaro che gli ospedali della rete pubblica non potranno far fronte agli aborti'', ha riconosciuto la responsabile della Direzione generale di pianificazione dell'assessorato alla Salute, Dolores Costa, citata dal quotidiano. La Costa sottolinea la necessita' che ''l'uso della pillola abortiva debba essere accompagnato da una campagna informativa fra le donne, dal momento che, se si impiega male, oltre a pregiudicare la salute, avra' per effetto la saturazione dei servizi di urgenza''. La paziente che utilizza la RU486 deve assumere infatti due sostanze: il mifepristone e la prostaglandina, che somministrata due giorni dopo, provoca l'espulsione dell'embrione. Per far fronte alla domanda di interruzione volontaria di gravidanza, la Generalitat ha previsto, per le donne che decidano di interrompere la gravidanza fra la settima e la 14/esima settimana di gestazione, la possibilita' di sottoporsi ad intervento chirurgico non solo negli ospedali pubblici, ma anche nelle cliniche convenzionate. La pillola RU486, messa a punto in Francia ed entrata in commercio negli Stati Uniti e in Europa da 15 anni, si e' diffusa in maniera diversa nei vari paesi della Ue. (ANSAmed)
L'Aja, 22 mag. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Olanda, Francia, Spagna e Regno Unito. Sono queste le mete scelte da 2.000 italiane all'anno per l'interruzione volontaria della gravidanza dopo gli ufficiali 90 giorni previsti dalle legge 194. "In questi Paesi gli italiani trovano quelle possibilita' che la nostra legge sull'aborto non prevede. Si possono spendere circa 900 euro per un aborto nelle tante cliniche private, ad esempio olandesi, che offrono questo servizio", afferma Emilio Arisi direttore di ostetricia dell'ospedale S.Chiara di Trento a margine del congresso europeo della contraccezione in corso all'Aja
CASO ITALIA
Lombardia, bonus di 4.500 euro per non abortire
Un bonus di 250 euro al mese, 4500 euro in un anno e mezzo, per le donne che rinunciano ad abortire pur vivendo in condizioni economiche difficili. È il contributo che erogherà la Regione Lombardia, la cui giunta ha varato oggi un provvedimento sperimentale che va nella direzione indicata da tempo dal presidente, Roberto Formigoni. «Nessuna donna - ha detto il governatore - dovrà più abortire in Lombardia a causa delle difficoltà economiche».
Il contributo, secondo quanto spiegano dal Pirellone, consiste in un assegno mensile di 250 euro, per 18 mesi, destinato a quelle donne che rinunciano ad una interruzione della gravidanza che sarebbe stata determinata, appunto, da problemi economici. Il bonus, che raggiunge dunque i 4.500 euro in un anno e mezzo, è reso possibile da un primo stanziamento di 5 milioni di euro deciso dalla Regione, che ha versato i soldi sul Fondo «Nasko», appositamente creato.
«Vogliamo aiutare - spiega in una nota il governatore lombardo - la famiglia, la maternità e la natalità, rimuovendo il più possibile gli ostacoli, a cominciare da quelli di natura economica, che rendono più difficoltoso il fare una scelta a favore della vita». D'accordo anche l'assessore regionale alla Famiglia, Giulio Boscagli, che fa notare come «lo sforzo della Giunta sia tanto più significativo in quanto cade in un momento in cui la forte instabilità economica e sociale si può ripercuotere, più che in altri periodi, sulla scelta di molte donne di procrastinare o interrompere una gravidanza».
http://unita.it/news/italia/99417/lombardia_bonus_di_euro_per_non_abortire
INTANTO IN SPAGNA
ABORTO:SPAGNA, RU486 A DOMICILIO CONTRO COLLASSO OSPEDALI
(di Paola Del Vecchio) (ANSAmed) - MADRID - Per evitare il collasso degli ospedali, con l'entrata in vigore della riforma dell'aborto il prossimo 5 luglio, l'assessorato alla Sanita' della Catalogna promuovera' l'interruzione volontaria di gravidanza a domicilio, con la pillola RU-486, entro la settima settimana di gestazione. La nuova legge di Salute sessuale e riproduttiva, che legalizza l'aborto entro la 14/esima settimana di gestazione, prevede infatti per la prima volta che le interruzioni volontarie di gravidanza, finora realizzate nel 98% dei casi in cliniche private, siano garantite nelle strutture pubbliche alla pari delle altre prestazioni sanitarie. Questo significa che, stando alle stime dell'assessorato alla Sanita' citate oggi da El Periodico de Catalunya, nella sola Catalogna si aggiungeranno oltre 26.000 interventi ginecologici l'anno a quelli che si praticano attualmente. Di fronte a una pressione della domanda che le strutture pubbliche catalane non sono in grado di fronteggiare, l'assessorato alla Salute ha previsto di offrire la pillola RU486 alle donne che decidano di interrompere la gravidanza entro la settima settimana di gestazione, il che consentirebbe di abbattere del 50% la domanda di interventi ginecologici. La RU-486, secondo le fonti, sara' distribuita nei 42 centri di assistenza sessuale e riproduttiva esistenti nella regione, ai quali si accede attraverso il medico di base e dove le donne che decidano di abortire possono contare sull'assistenza di ginecologi, psicologi e ostetrici, per una corretta somministrazione della pillola abortiva e un'informazione degli effetti secondari. L'obiettivo e' promuovere l'aborto farmacologico: ''Uno strumento incruento - secondo Joaquin Calaf, responsabile del servizio di ginecologia e ostetricia dell'Ospedale Sant Pau, di Barcellona - che le donne possono utilizzare in casa e in forma privata, molto meno aggressivo dell'intervento chirurgico, se il farmaco viene assunto nella settima settimana di gestazione''. La misura ha un'ampia approvazione da parte dei ginecologi, consultati dall'assessorato alla Salute, che ha previsto di approvarla in giunta venerdi' 28 maggio. ''E' chiaro che gli ospedali della rete pubblica non potranno far fronte agli aborti'', ha riconosciuto la responsabile della Direzione generale di pianificazione dell'assessorato alla Salute, Dolores Costa, citata dal quotidiano. La Costa sottolinea la necessita' che ''l'uso della pillola abortiva debba essere accompagnato da una campagna informativa fra le donne, dal momento che, se si impiega male, oltre a pregiudicare la salute, avra' per effetto la saturazione dei servizi di urgenza''. La paziente che utilizza la RU486 deve assumere infatti due sostanze: il mifepristone e la prostaglandina, che somministrata due giorni dopo, provoca l'espulsione dell'embrione. Per far fronte alla domanda di interruzione volontaria di gravidanza, la Generalitat ha previsto, per le donne che decidano di interrompere la gravidanza fra la settima e la 14/esima settimana di gestazione, la possibilita' di sottoporsi ad intervento chirurgico non solo negli ospedali pubblici, ma anche nelle cliniche convenzionate. La pillola RU486, messa a punto in Francia ed entrata in commercio negli Stati Uniti e in Europa da 15 anni, si e' diffusa in maniera diversa nei vari paesi della Ue. (ANSAmed)
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