Il capo del governo spagnolo uscente, il conservatore Mariano Rajoy, ha difeso ancora una volta la sua proposta di grande coalizione con i socialisti e i centristi, ma ha ammesso che il capo del PSOE Pedro Sanchez non vuole parlargli. "La gente ci ha mandato un messaggio: ascoltatevi, parlatevi, arrivate a un accordo" ha detto Rajoy a Telecinco commentando i risultati delle legislative del 20 dicembre, che hanno prodotto un Congresso spezzettato in quattro grandi forze e nelle quali suo Partito popular ha ottenuto solo il 28,7% dei voti. Con il PSOE e Ciudadanos, "ci troviamo sui grandi temi, come l'unità della Spagna, la sovranità nazionale, la lotta contro il terrorismo e credo che potremo fare cose insieme, le grandi riforme di cui la Spagna ha bisogno" ha detto. Rajoy venerdì ha rifiutato l'incarico di governo che gli veniva offerto dal re Felipe VI: l'opposizione del Psoe e della sinistra radicale di Podemos gli garantiva infatti una sconfitta certa. Ma il premier continua a proporre la sua idea di grande coalizione tra destra, socialisti e centristi, per fare muro contro indipendentisti catalani e baschi. Ma dopo un colloquio del 23 dicembre, ha ammesso Rajoy, Sanchez si rifiuta categoricamente di parlargli. "Dopo ho tentato di parlare con Pedro Sanchez" ha detto Rajoy a Telecinco. "L'ha chiamato?" ha chiesto la giornalista che l'intervistava. "Sì, ma non mi ha voluto parlare" ha risposto il capo del governo uscente, che ha ammesso che senza in voti del Psoe non potrà formare un nuovo governo. Oggi Felipe VI ha iniziato un secondo giro di consultazioni tra i leader politici per trovare un candidato alla guida del governo, dopo il no di Rajoy. Il nuovo giro si concluderà martedì, dopo un'importante riunione del direttivo socialista sabato, nel quale il Psoe dovrà decidere se accettare l'offerta di Podemos, pronto a un'alleanza di governo in cambio di alcuni ministeri e della vicepresidenza per il suo leader Pablo Iglesias, una proposta che divide il partito.
Su Rajoy e il PP però è il moneto di fare i conti con la giustizia. Il recente scandalo sulla corruzione che ha colpito il Partito Popolare spagnolo non impedirà ulteriormente la formazione di un nuovo governo. Lo ha detto il primo ministro uscente Mariano Rajoy al canale televisivo Telecinco, spiegando che "la corruzione ci ha causato gravi danni, ma abbiamo imparato". Diversi membri o ex membri del PP sono tra le 24 persone arrestate ieri in alcune perquisizioni compiute dalla polizia nella regione di Valencia nell'ambito di un'indagine anticorruzione, che coinvolge anche Alfonso Rus, principale dirigente conservatore nella provincia. Si sospetta che avvenissero pagamenti illegali in cambio di contratti per appalti pubblici. "I casi di corruzione devono essere evitati, ma ci sono decisioni importanti da prendere, i negoziati per formare il nuovo governo non devono essere pregiudicati", ha affermato Rajoy.