Domenica, un anno e un giorno dopo la tregua annunciata dall’ETA i Paesi Baschi in compagnia della Galizia torneranno anticipatamente
alle urne per il rinnovo dei propri governi regionali.
Le elezioni regionali galiziane, come quelle Basche
rappresenteranno un successo o un vero crollo politico, non solo per i due
principali candidati a governare la Xunta (il parlamento galiziano) Alberto Núñez-Feijóo (PP) e Pachi Vázquez (PSOE) ma
soprattutto per il Presidente del Governo Mariano Rajoy e per il leader dei
socialisti Alfredo Pérez Rubalcaba.
Molti sondaggi prevedono la vittoria netta dell’attuale
presidente della Xunta Alberto Nuñez-Feijoó e uomo forte del PP in Galizia,
terra natale di Rajoy, per il Partido Popular ma maggioranza assoluta fissata
su almeno 38 seggi è nell’aria, gli ultimi sondaggi assegnano ai conservatori
tra i 37 e i 39 seggi. E in questi due numeri è contenuta la differenza tra il
successo e il tracollo per Feijoó, Rajoy e tutto il PP nazionale.
Se l’attuale partito di maggioranza che guida la Spagna
dovesse perdere la maggioranza assoluta in Galizia il motivo sarà da cercare
all’interno dello stesso PP e nelle drastiche misure economiche adottate dal
governo centrale, uno scenario regionale che riecheggia a déjà vu nella mente di Rajoy, come
gia avvenne il passato maggio in Andalusia dove tutti davano per sicura la
vittoria dei conservatori dopo più di trent’anni di governo socialista,
risultato poi ribaltato nelle urne dove uscì un PP primo partito Andaluso ma il
governo tornò in mano socialista grazie al patto con (IU) Sinistra Unita.
Scenario che si potrebbe ripresentare in salsa galiziana, dove il socialista Pachi Vázquez per
conquistare la presidenza dovrà pactar con
i nazionalisti di sinistra.
In casa socialista il segretario Rubalcaba divisto tra il
Patchi galiziano e il Patxi Basco, si gioca molto, forse di più di Rajoy. Dopo
la sconfitta elettorale nelle elezioni politiche dello scorso novembre, a
Rubalcaba è andata bene solo in due occasioni in Andalusia (cedendo potere a IU) e nel
principato delle Asturie recuperando la guida regionale con un accordo tra IU e
UPyD. Nonostante la forte caduta di più di 10 punti percentuali del PP nei
sondaggi nazionali, il PSOE targato Rubalcaba non solo non ha saputo
approfittare, anzi ha continuato a perdere punti, sprofondando a meno 4 dalla
percentuale del novembre 2011.
Nei Paesi Baschi il faccia a faccia televisivo sulla rete
regionale ETB fra i sei candidati ha dato la vittoria Laura Mintegi, la
candidata della coalizione radicale indipendentista Bildu, la Mintegi ha
accaparrato il 41,5% delle preferenze premiata da un discorso nel quale ha
preso le distanze dall'ETA, centrando il discorso maggiormente sulla
disoccupazione giovanile e le disuguaglianze sociali nella distribuzione della ricchezza,
staccando di quasi il doppio del leader del Partito Nazionalista Basco (PNV),
Inigo Urkullu (21,1%), seguito dal Lehendakari (presidente basco) uscente, il
socialista Patxi Lopez (15,1%), a sorpresa seguono Gorka Maneiro (13,2%)
(UPyD), che supera il candidato del Partito Popolare, Antonio Basagoiti (6,8%),
e l'esponente di Esker Batua, Jose' Navas (2,3%).
I risultati che giungeranno già nelle prime ore della serata
di domenica saranno solo l’antipasto della gran abbuffata politico
indipendentista del 25 novembre in Catalogna
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