"Dare della prostituta alla ex moglie non costituisce un insulto se chi
usa questo termine lo fa per descrivere un animale che per vivere deve
usare determinate doti di astuzia" . E' questo uno dei soprendenti passi di
una sentenza emessa dal Giudice Juan del Olmo che non è nuovo a questo tipo di azioni, della Audiencia
Provincial de Murcia in Spagna.
Così un uomo violento (già segnalato da anni allo 016 numero d'emergenza per segnalare casi di violenza di genere) si è visto revocare la condanna a un anno di carcere per maltrattamenti in abito familiare.
"La realtà dei fatti - dice la sentenza - non indica che l'accusato
abbia usato alcuna espressione che esprimesse disprezzo per la dignità
della donna o che fosse espressione di una posizione di dominio o
esigente sottomissione". E continua:" Anzi, al contrario le due
conversazioni segnalate nella sentenza emessa dal tribunale penale non
esprimono commenti di insulto, nè sussistono fondamenti giuridici che
facciano pensare ad una sua posizione di dominio o controllo". Fino al
punto cruciale in cui il giudice dichiara:" inoltre, si deve segnalare
che l'espressione "prostituta" ( volpe tradotto letteralmente dallo
spagnolo) non è stata usata in termini di disprezzo bensì come la
metafora di un animale che deve agire con particolare precauzione al
fine di evitare rischi per se stesso". L'imputato però aveva già altri
precedenti. Nel gennaio del 2009 era stato condannato a 31 giorni di
lavori socialmente utili con il divieto di avvicinarsi alla moglie
sempre per il reato di maltrattamenti in ambito familiare. come dire, un
recidivo. Per quanto riguarda il giudice, Del Olmo solo nel 2010 ha
ribaltato otto sentenze simili per il reato di violenza domestica e
tutte con la motivazione che "non tutte le azioni di violenza fisica
all'interno della coppia si devono necessariamente e automaticamente
violenza domestica, solo in presenza di subcultura machista può
accadere". In una sentenza precedente del Olmo aveva cancello il reato di violenza
domestica per un uomo che aveva affarrato la moglie per il collo (come risulta dagli atti della sentenza) costringendola ad ingerire
dell'insetticida. Condannato, l'uomo poi tornò ad aggredire la moglie."
Non è mancato il commento di Leire Pajin ministra della Sanità, Politiche Sociali e Uguaglianza , "no se puede consentir que un insulto y una vejación no se consideren como tal, perché dietro questi messaggi si nasconde sempre più violenza psicologica e fisica e ancor di più quando chi la esercita l'ha già esercitata prima"
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