La Spagna lancia una riforma del mercato del lavoro per rendere l’impiego più flessibile e contrastare la disoccupazione che è al 20% ed è una delle più alte dei paesi OCSE. Il governo spagnolo ha varato un disegno di legge che renderà più facile licenziare ma ridurrà anche l’uso indiscriminato dei contratti a termine.
Per il premier Zapatero è anche un modo per iniettare fiducia nel sistema paese:
“La Spagna è solvibile, solida, è un paese forte con una reputazione internazionale. La Spagna però come molti altri stati, sta soffrendo delle conseguenze della peggiore crisi degli ultimi 80 anni”.
Il decreto entra in vigore subito, ma dovrà passare al vaglio del parlamento dove non lo aspetta un percorso facile. Le opposizioni accusano Zapatero di svendere l’economia e anche i sindacati si preparano a fargli la guerra. Per la prima volta un esecutivo socialista deve far fronte alla minaccia di uno sciopero generale, convocato per fine settembre.
Nel frattempo cominciano a circolare voci su un possibile ricorso della Spagna a un prestito internazionale, voci smentite da Madrid.
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