di Anna Falcone - Responsabile pari opportunità PSI
Non sempre il successo politico di un partito è dato solo dai numeri. I risultati ottenuti dal PSI all’ultimo Congresso del PES e del PES Women di Praga ne sono la sono prova. Un piccolo partito ha portato a casa grandi risultati: innanzi tutto siamo l’unico soggetto politico a rappresentare in Italia la famiglia socialista europea. La riconferma del compagno Luca Cefisi nella presidenza del PES è il riconoscimento della ininterrotta tradizione riformista e di sinistra che il PSI rappresenta in Italia e in Europa. Senza tentennamenti, senza compromessi.
Oltre a ciò, la delegazione italiana del PSI all’incontro del PES WOMEN, ha contribuito significativamente alla determinazione dell’agenda politica lanciando una proposta operativa, circa le azioni comuni in materia di parità di genere. L’idea, accolta con entusiasmo dall’intera assemblea delle compagne socialiste europee, ha come obiettivo di trasporre sul piano europeo le battaglie in materia di tutela dei diritti delle donne che spesso non riescono a produrre risultati efficaci e soddisfacenti a livello nazionale, fra cui la tutela e la stabilità del lavoro femminile, il diritto ad una uguale retribuzione, l’uguale possibilità di fare carriera, senza dimenticare la centralità delle garanzie di libertà nelle scelte relazionali e di vita, la condivisione delle responsabilità familiari, la tutela della salute, la libertà di procreazione e di disposizione del proprio corpo.
Oggi è possibile spingere più efficacemente sulle politiche sociali e le libertà civili in Europa per ottenere nuovi e più ampi strumenti di tutela dei diritti delle donne e di tutti i soggetti deboli ed emarginati. Dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona e la piena efficacia della Carta europea dei diritti fondamentali, l’Europa ha infatti nuove e maggiori competenze in materia di diritti civili e sociali. Sono strumenti che dobbiamo sfruttare al meglio per scavalcare gli ostacoli che molte di queste battaglie trovano nei singoli Stati membri.
Accogliendo la proposta della delegazione italiana del PSI al PES WOMEN, le donne socialiste europee hanno deciso di lavorare alla proposizione condivisa di un gruppo di Risoluzioni, generalmente vincolanti e direttamente efficaci nei Paesi membri, per contribuire a fondare una “cittadinanza sociale comune” ed un uguale livello di tutela di tali diritti per tutte le donne europee. A tal fine abbiamo proposto la creazione di un gruppo europeo di giuriste socialiste che, insieme alle compagne del PES WOMEN, lavorino alla elaborazione di tali proposte normative e, inoltre, di un gruppo di avvocate che segua il contenzioso delle Corti Europee per stimolare l’affermazione di una giurisprudenza più coraggiosa in materia di uguaglianza sostanziale e tutela delle libertà di genere. Provocare una evoluzione in senso “sostanziale” della tutela dei diritti delle donne e dei soggetti deboli o discriminati, deve e diventare una priorità dei Socialisti europei. Le donne europee contribuiranno a questo percorso lavorando insieme per affermare uno “status di cittadinanza comune europea sull’uguaglianza e la libertà di genere”. Essere cittadine europee dovrà, cioè, significare poter godere di un livello minimo di garanzie dei diritti civili e sociali al di sotto dei quali gli Stati membri non potranno scendere, per evitare, come accaduto in occasione della crisi economica e sociale in atto, che le donne siano le prime a soffrire gli effetti di politiche nazionali restrittive dei loro diritti e miopi nelle prospettive di sviluppo dell’intera società. La nostra proposta sarà oggetto del prossimo “Statutory Meeting” del PES Woman nel 2010.
Un bilancio decisamente positivo e un successo per le donne socialiste e per l’intero partito.
Per questo ringrazio tutti i membri della delegazione italiana e, in particolare, Pia Locatelli, che è esempio e sprone per tutti noi. Grazie Pia a grazie a tutti gli attivisti che con noi hanno partecipato al Congresso. Il loro contributo è stato essenziale per animare il dibattito e dare prestigio e spessore alla rappresentanza socialista italiana. Ad maiora!
Oggi è possibile spingere più efficacemente sulle politiche sociali e le libertà civili in Europa per ottenere nuovi e più ampi strumenti di tutela dei diritti delle donne e di tutti i soggetti deboli ed emarginati. Dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona e la piena efficacia della Carta europea dei diritti fondamentali, l’Europa ha infatti nuove e maggiori competenze in materia di diritti civili e sociali. Sono strumenti che dobbiamo sfruttare al meglio per scavalcare gli ostacoli che molte di queste battaglie trovano nei singoli Stati membri.
Accogliendo la proposta della delegazione italiana del PSI al PES WOMEN, le donne socialiste europee hanno deciso di lavorare alla proposizione condivisa di un gruppo di Risoluzioni, generalmente vincolanti e direttamente efficaci nei Paesi membri, per contribuire a fondare una “cittadinanza sociale comune” ed un uguale livello di tutela di tali diritti per tutte le donne europee. A tal fine abbiamo proposto la creazione di un gruppo europeo di giuriste socialiste che, insieme alle compagne del PES WOMEN, lavorino alla elaborazione di tali proposte normative e, inoltre, di un gruppo di avvocate che segua il contenzioso delle Corti Europee per stimolare l’affermazione di una giurisprudenza più coraggiosa in materia di uguaglianza sostanziale e tutela delle libertà di genere. Provocare una evoluzione in senso “sostanziale” della tutela dei diritti delle donne e dei soggetti deboli o discriminati, deve e diventare una priorità dei Socialisti europei. Le donne europee contribuiranno a questo percorso lavorando insieme per affermare uno “status di cittadinanza comune europea sull’uguaglianza e la libertà di genere”. Essere cittadine europee dovrà, cioè, significare poter godere di un livello minimo di garanzie dei diritti civili e sociali al di sotto dei quali gli Stati membri non potranno scendere, per evitare, come accaduto in occasione della crisi economica e sociale in atto, che le donne siano le prime a soffrire gli effetti di politiche nazionali restrittive dei loro diritti e miopi nelle prospettive di sviluppo dell’intera società. La nostra proposta sarà oggetto del prossimo “Statutory Meeting” del PES Woman nel 2010.
Un bilancio decisamente positivo e un successo per le donne socialiste e per l’intero partito.
Per questo ringrazio tutti i membri della delegazione italiana e, in particolare, Pia Locatelli, che è esempio e sprone per tutti noi. Grazie Pia a grazie a tutti gli attivisti che con noi hanno partecipato al Congresso. Il loro contributo è stato essenziale per animare il dibattito e dare prestigio e spessore alla rappresentanza socialista italiana. Ad maiora!
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