Spagna, sempre splendida, mancavo da due anni, pochi difetti -rimediabili-, qualche pregio -esportabile- , un po' il contrario della nostra italietta. (e questa non è esterofila spiccia da 4 soldi, anzi è mero desiderio di spiare gli altri per vedere, se poi pure noi, prima poi riusciremo a "sistemare le nostre meravigliose storpiature").
Il viaggio di gruppo poi è fantastico, è un libro di sociologia aperto, vedi l'Italiano con la valigia, casinaro, casinista all'inverosimile(la prossima volta provo a contare i decibel in un ristorante), piacione, pronto ad acquistare il peggior souvenir di Spagna basta che ci siano nacchere tori e bailarinas de falmenco, affamato di paella e tortilla anche se8volte su 10 non azzecca la pronuncia, assetato di sangria, provinciale e piacevolmente pronto a indignarsi difronte a quella che mi piace chiamare, prendendo a prestito una definizione ultraconservatrice, la deriva Zapaterista. (sì, mi riferisco a "quelli-e lì"...).
Poi a volte la vacanza s'intreccia con eventi tristi per il Paese che in quel momento ti fa da sfondo. L'incidente aereo di Barajas, ha messo per qualche ora l'intera città sotto protocollo 11-M, vedi e cerchi di mettere ordine a cose che solitamente ti vengono filtrate dai network tv, finchè non raggiungi uno schermo e tutto inizia ad incasellarsi, ipotesi, immagini e testimonianze.
...ma la vacanza continua, tutto riassorbito e via, l'Italiano scaccia la faccia di circostanza e ritorna quello che cerca nacchere e tori. (..poi a ben vedere, per lui l' italiano che mette la S in fine a tutte le parole, è quasi meglio così, se no uno Spagna che ci va a fare...)
OLE'.
Nessun commento:
Posta un commento