elconfidencial.com: non fidatevi della distanza tra PP e PSOE nei sondaggi
El Mundo dà il vantaggio del PP a +17,2 punti sul PSOE, El País
arriva a +15,6. In tutti i casi pare evidente l'enorme distanza tra i
due partiti maggiori spagnoli, in vista delle elezioni del 20 novembre
2011. Ma né il PSOE deve allarmarsi troppo, né il PP può gioire prima
del tempo. Lo sostiene lo studio realizzato da GAD3 per elconfidencial.com,
in cui si dimostra che in realtà le elezioni tendono a stabilire
distanze molto minori da quelle evidenziate nei sondaggi. E in genere,
con la eccezione del 2004, quando le bugie del Governo di José Maria
Aznar sugli attentati di Atocha rimescolarono le carte (e il PSOE era
già in ascesa e in leggero vantaggio, anche se non si dice mai perché
pare brutto e conviene far credere che gli spagnoli votarono sull'onda
emotiva delle stragi del terrorismo islamico), le distanze tra i due
partiti maggiori tendono ad accorciarsi in favore del partito al
governo.
"Dal 1993 la distanza reale è sempre stata lontano da quella predetta dalle inchieste" spiega il sito web "Secondo l'analisi di GAD3, nel 1993 le inchieste lasciavano José Maria Aznar a meno dell'1% da Felipe González, ma il risultato fu di 4 punti; nel 1996 i sondaggi davano ad Aznar 9 punti di vantaggio, ma vinse per solo 1 (è l'elezione di "mai sconfitta più dolce, mai più vittoria più amara", secondo la felice definizione dello sconfitto Felipe Gonzalez, più sorridente del vincitore José Maria Aznar); nel 2000, con Aznar già al Governo, i sondaggi gli davano solo 5 punti di vantaggio e nelle urne raddoppiarono fino a 10, dando la maggioranza assoluta storica dei popolari".
Insomma, se la sconfitta del PSOE sembra certa, e davvero non si immagina il miracolo che possa evitarla, a meno che Zapatero trovi all'ultimo istante, la formula magica per creare posti di lavoro, essendo la disoccupazione la principale preoccupazione degli spagnoli da mesi, non è detto che le sue dimensioni siano così catastrofiche come si teme. La linea rossa tracciata dai socialisti, per non dare battaglia alla leadership di Alfredo Pérez Rubalcaba dopo le elezioni del 20 novembre, è quella che hanno identificato anche gli osservatori: il peggior risultato del PSOE in democrazia, ottenuto da Joaquin Almunia nel 2000, in piena rifondazione del partito dopo l'era Gonzalez. Allora i socialisti ottennero 125 seggi, perdendone 16; la cosa continua ad essere così traumatica, per aver aperto la stagione della maggioranza assoluta di José Maria Aznar, che anche nel PSOE non si ricorda che è stato Felipe a perdere ancora più deputati, 18, nel 1986 e nel 1996. E Alfredo Pérez Rubalcaba? Se gli ultimi sondaggi hanno ragione, potrebbe perderne addirittura 50, cosa mai vista in democracia. Lui, comunque, continua a crederci, a sfornare proposte, l'ultima è quella dell'abolizione dei privilegi della Chiesa in materia immobiliare, a spiegare il nuovo volto socialdemocratico del partito che ha governato con politiche liberiste negli ultimi due anni. Il suo esempio è il Felipe del 1996, quello di "mai sconfitta più dolce, mai più vittoria più amara". Di tanto in tanto lo ripete e le urne ci diranno, il 20 novembre.
"Dal 1993 la distanza reale è sempre stata lontano da quella predetta dalle inchieste" spiega il sito web "Secondo l'analisi di GAD3, nel 1993 le inchieste lasciavano José Maria Aznar a meno dell'1% da Felipe González, ma il risultato fu di 4 punti; nel 1996 i sondaggi davano ad Aznar 9 punti di vantaggio, ma vinse per solo 1 (è l'elezione di "mai sconfitta più dolce, mai più vittoria più amara", secondo la felice definizione dello sconfitto Felipe Gonzalez, più sorridente del vincitore José Maria Aznar); nel 2000, con Aznar già al Governo, i sondaggi gli davano solo 5 punti di vantaggio e nelle urne raddoppiarono fino a 10, dando la maggioranza assoluta storica dei popolari".
Insomma, se la sconfitta del PSOE sembra certa, e davvero non si immagina il miracolo che possa evitarla, a meno che Zapatero trovi all'ultimo istante, la formula magica per creare posti di lavoro, essendo la disoccupazione la principale preoccupazione degli spagnoli da mesi, non è detto che le sue dimensioni siano così catastrofiche come si teme. La linea rossa tracciata dai socialisti, per non dare battaglia alla leadership di Alfredo Pérez Rubalcaba dopo le elezioni del 20 novembre, è quella che hanno identificato anche gli osservatori: il peggior risultato del PSOE in democrazia, ottenuto da Joaquin Almunia nel 2000, in piena rifondazione del partito dopo l'era Gonzalez. Allora i socialisti ottennero 125 seggi, perdendone 16; la cosa continua ad essere così traumatica, per aver aperto la stagione della maggioranza assoluta di José Maria Aznar, che anche nel PSOE non si ricorda che è stato Felipe a perdere ancora più deputati, 18, nel 1986 e nel 1996. E Alfredo Pérez Rubalcaba? Se gli ultimi sondaggi hanno ragione, potrebbe perderne addirittura 50, cosa mai vista in democracia. Lui, comunque, continua a crederci, a sfornare proposte, l'ultima è quella dell'abolizione dei privilegi della Chiesa in materia immobiliare, a spiegare il nuovo volto socialdemocratico del partito che ha governato con politiche liberiste negli ultimi due anni. Il suo esempio è il Felipe del 1996, quello di "mai sconfitta più dolce, mai più vittoria più amara". Di tanto in tanto lo ripete e le urne ci diranno, il 20 novembre.
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